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Leader talebani difende le esecuzioni, 'sono parte della Sharia'
'La imporremmo con la forza malgrado le critiche occidentali'
Il leader supremo dei talebani, Hibatullah Akhundzada, ha difeso la recente esecuzione di quattro uomini condannati per omicidio, definendo le pene essenziali per l'attuazione della Sharia, la legge islamica. Lo scrive Afghanistan Times, precisando che in un raro messaggio audio pubblicato oggi, Akhundzada ha affermato che "nessun comandamento dell'Islam dovrebbe rimanere incompiuto", facendo riferimento alle recenti esecuzioni. "Siamo felici che ci venga tagliata la testa, ma non lo saremo se la Sharia non verrà applicata", ha poi aggiunto, riporta Afghanistan International, una stazione televisiva di notizie e attualità con sede a Londra. Poi Akhundzada ha criticato la comunità internazionale, in particolare i Paesi occidentali, per essersi opposti alla rigida interpretazione della legge islamica da parte dei talebani. Nonostante le pressioni, ha giurato che avrebbe continuato a far rispettare la sua scelta politico-religiosa, anche con mezzi coercitivi. "In passato, le parole venivano pronunciate senza usare la forza. Ora è una questione di legge: che qualcuno la accetti o no, la imporremo con la forza", ha avvertito. Le Nazioni Unite e le organizzazioni per i diritti umani si sono opposte alle esecuzioni. "Siamo sconvolti", ha scritto l'ufficio Onu per i diritti umani su X, esortando "le autorità de facto in Afghanistan a imporre una moratoria alla pena di morte".
A.Zbinden--VB